Il mondo del lavoro e quello universitario non sono mai stati così a portata di mano. Arriva dall’America la start-up innovativa che rivoluziona i modelli di recruitment: si chiama Handshake e ha già conquistato Forbes. L’idea – creare un marketplace su cui si incontrino domanda e offerta di lavoro – è di per sé la più semplice combinazione economica possibile. Eppure tre studenti del Michigan Tech - Garrett Lord, Scott Ringwelskj e Ben Christensen - hanno saputo reinterpretarla, facendo leva sul più elementare dei presupposti: il bisogno.
Handshake nasce nel 2014 con l’obiettivo di semplificare e agevolare il contatto tra studenti e le più grandi aziende sul mercato. Garrett, infatti, si era accorto che il network universitario troppo spesso era disallineato rispetto alle proposte del mercato del lavoro. La start-up si configura come una piattaforma di recruiting fatta apposta per l’università, che assicura a qualsiasi studente di avere accesso a ogni posizione aperta, a prescindere dall’ateneo in cui si studia. L’idea è quella di creare sinergie tra studenti, università e mondo del lavoro facendole convergere in un unico punto di incontro, superando la frammentarietà che molto spesso ostacola il percorso di ricerca del lavoro. La piattaforma offre infatti proposte di diverso tipo, dai profili professionali ricercati agli eventi di formazione, cercando di avvicinare quanto più possibile giovani talenti e importanti aziende di diversi settori tramite il supporto dell’università. Studenti e laureati, da parte loro, possono caricare il loro curriculum vitae e la lettera di presentazione, esprimendo i propri interessi che vengono poi calcolati da un algoritmo per l’offerta della proposta più adatta.
Innovazione e personalizzazione: sembra essere questo, dunque, il connubio per un’idea vincente. Handshake è oggi un team di 40 persone in continua evoluzione, che ha fondato il suo valore sulla costruzione di un network sempre più credibile e accattivante. Sono oltre 170 le università partner, tra cui le prestigiose Stanford e Berkeley, e più di 120 mila le aziende che ricercano talenti attraverso questo strumento. Non è un caso che l’80% delle aziende della top 100 di Fortune si affidino a Handshake per la ricerca di giovani risorse, tra cui Google, Amazon e Microsoft, solo per citarne alcune. Il database offerto, d’altra parte, è di per sé una promessa, dal momento che ben 3 milioni di studenti sono già attivi nella ricerca di una posizione che sia in grado di rispondere con le loro esigenze e profili accademici.
Questi numeri sono un segnale che dimostra come il recruitment stia cambiando. La centralità assunta dalle risorse umane negli ultimi vent’anni ha profondamente mutato le regole del processo di assunzione, umanizzando le aziende e accorciando la distanza con coloro che si affacciano sul mondo del lavoro. Una strada aperta da LinkedIn, il social network delle risorse umane, che per primo nel 2002 è stato pioniere di questo cambiamento intuendo l'anima relazionale del mondo del lavoro, un mondo in cui dipendenti, inesperti e datori di lavoro potevano entrare in contatto come se fossero prima di tutto persone. Oggi l'evoluzione della rete porta a una sperimentazione senza precedenti, dai portali web di ricerca del personale ai più innovativi progetti di gamification applicata al recruitment.
Ciò che è certo è che l'idea di Handshake funziona. In un'epoca dominata da elevati tassi di disoccupazione giovanile e da un generale clima di sfiducia da parte dei Millennials, la start-up rappresenta una spinta all'innovazione e un cambiamento di rotta, che per la prima volta concentra l'attenzione sul capitale umano nella fase più critica del suo valore. D'altra parte, gli ingredienti ci sono tutti: tre giovani menti brillanti, tre mondi da connettere insieme, tre milioni di studenti pronti per mettersi in gioco. Quando si dice che il tre è un numero perfetto...
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