Oilproject: la scuola che sogniamo noi non costa nulla. Puoi entrarci sia da Torino, sia da Enna. Anche alle tre del mattino. È una scuola che corre alla tua velocità perché sei tu a decidere di cosa parlare. A rispondere alle domande non sono solo i docenti, ma anche i compagni di banco. Nella scuola che abbiamo in mente noi non contano i titoli di studio: chiunque può insegnare se in tanti lo vogliono ascoltare. La nostra scuola è una condizione mentale. È una creatura in divenire. La nostra scuola è di tutti.
Ecco il manifesto di Oilproject, un’azienda indipendente (partecipata anche da Telecom Italia Ventures) con un sito che rappresenta una delle iniziative culturali più importanti d’Italia. Nello specifico: Oilproject offre una vera e propria scuola digitale interamente fruibile online. Basta una connessione internet e lo scibile diventa meno lontano. Matematica, letteratura, storia, chimica: attraverso testi scaricabili e videolezioni intuitive, i concetti sono riassunti in maniera chiara e accessibile.

Ma non è tutto. Oilproject, infatti, presenta alcune caratteristiche da Social Network molto interessanti: a parte seguire i propri argomenti preferiti, si possono anche followare i propri compagni di classe per vedere cosa studiano in tempo reale. Dando buone risposte e, soprattutto, studiando, l’utente ha la possibilità di aumentare il proprio score: i punti raggiunti rappresentano la preparazione personale e il livello di affidabilità all’interno della community.
Una parte della piattaforma, inoltre, è dedicata ai docenti. Lo scorso giugno gli inventori di Oilproject hanno pensato di aiutare i professori attraverso uno spazio a loro dedicato, sia in inglese che in spagnolo, in grado di fornire modalità alternative alla tradizionale didattica frontale. La tecnologia agevola l’insegnamento, e questi ragazzi lo sanno bene. Nata nel 2004 dall’incontro dei fondatori su un forum online di tecnologia, vanta oggi numeri da capogiro: raggiunge ogni mese due milioni di persone, per 15mila ore di formazione al giorno. I dati fanno emergere anche un altro trend: la fruizione è per il 54percento tramite smartphone e per il 12percento via tablet (Fonte). Il residuale è da desktop. Il futuro, allora, parla sempre più la lingua mobile.
Che bell’esempio di Smart Education!
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