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Due osservazioni: fare una tesi significa divertirsi e la tesi è come un maiale, non se ne butta via niente. - U. Eco


Vi abbiamo presentato una tra le possibili innovative e scientifiche metodologie, la Systematic Review (Come si fa una tesi di laurea: la Systematic Review). Vi abbiamo anche suggerito di scegliere un argomento a voi caro e, forse, lo avrete già fatto o, sempre forse, state solo aspettando un’intuizione, un suggerimento, un punto da cui partire. Poi, però, occorre passare alla pratica.

Mettiamola così. Avete due opzioni. Potete scegliere di dedicare a un lavoro di tesi poco più di uno, due, tre mesi al massimo (e probabilmente rischierete di imbattervi in devastanti forme di isterismo per la mancanza di tempo e di sicuro non avrebbe senso tutto quello che sto per dirvi) o prendervi del tempo per dar forma a qualcosa di più: un progetto, il vostro.

In poche parole (e per usare un paragone familiare a chi ha fatto della comunicazione il suo mestiere), ritagliarvi uno spazio per dar vita a un progetto di tesi che abbia una mission (letteralmente missione, scopo, fine) e una vision (proiezione di uno scenario futuro che rispecchi ideali, valori, ambizioni, aspirazioni) ben definite.

Per dirla tutta, la tesi è una scommessa con voi stessi: vi mette in condizioni di dire la vostra; può motivarvi, stimolarvi, suggerirvi una possibile strada da intraprendere in futuro o un ambito in cui gradireste specializzarvi. Dovete vivere la tesi come una sfida. Lo sfidante siete voi: vi siete posti all’inizio una domanda a cui non sapevate ancora rispondere. Si tratta di trovare la soluzione in un numero finito di mosse (U. Eco).

Il più delle volte non si ha una chiara idea dell’oggetto di ricerca o dell’obiettivo verso cui tendere. Ci si aspetta che lo dica il professore (nostra guida) o di apprenderlo durante una lezione particolarmente interessante. Non si ha un’idea chiara nemmeno del risultato da raggiungere, della soluzione da ricercare attraverso un numero finito di mosse (per riprendere quanto detto da Eco). Potreste optare per una tesi compilativa o seguirne una sperimentale. Potreste decidere di districarvi tra dati e numeri attraverso una ricerca quantitativa, o scovare le più profonde motivazioni circa il vostro argomento con una ricerca qualitativa o, ancora, spremere le meningi per delineare un modello teoretico al fine di porre le condizioni necessarie allo sviluppo di un futuro modello reale.

Potrete seguire una di queste mosseL’importante è fare le cose con gusto. E se avrete scelto un argomento che vi interessa, se avrete deciso di dedicare veramente alla tesi il periodo anche breve che vi siete prefissato (abbiamo posto un limite minimo di sei mesi) vi accorgerete allora che la tesi può essere vissuta come un gioco, come una scommessa, come una caccia al tesoro (U. Eco). E perciò sarà divertente scrivere una tesi. Verrà fuori buona se giocata con gustopassionemetodo e dedizione. E alla fine saprà ricompensarvi. Dopotutto, una buona tesi tornerà utile, anche in futuro. Potrebbe essere la bozza di partenza per una pubblicazione su una rivista scientifica, le fondamenta su cui costruire un nuovo modello di business, la scoperta della vostra vocazione verso la ricerca, l’inizio di una carriera accademica. È per questo motivo che di una buona tesi non si butta via niente.

Con l'andare del tempo vi accorgerete che tornerete alla tesi per trarne del materiale da citare, riutilizzerete le schede di lettura usandone magari parti che non erano entrate nella redazione finale del vostro primo lavoro; quelle che erano parti secondarie della tesi vi si presenteranno come l'inizio di nuove ricerche...Vi potrà accadere di ritornare alla vostra tesi decine di anni dopo. Anche perché sarà stata come il primo amore e vi riuscirà difficile dimenticarla. In fondo sarà stata la prima volta che avete fatto un lavoro scientifico serio e rigoroso, e non è esperienza da poco. - U. Eco


EYL
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